Nella Residenza San Raffaele in
provincia di Roma la gran parte degli ospiti è malata di Sars-Cov2 (85 infetti
su 120 pazienti). Secondo la Asl Roma 6, le misure di prevenzione adottate “non
risultano efficaci”, mentre la Regione Lazio sostiene che il direttore
sanitario, Gianni Rocchi, “risulta sprovvisto di specializzazione”. Cronaca di
un disastro sanitario
Quella di Rocca di Papa è
l’ultima delle stragi silenziose di anziani che stanno
avvenendo nelle residenze RSA di tutta Italia a causa del Coronavirus: sono
almeno 85, di cui 5 deceduti, i casi di Covid-19
individuati all’interno della Rsa San Raffaele, alle porte di Roma.
Sessantanove sono pazienti, sui 120 totali ospitati nella struttura. Più della
metà. Gli altri sono operatori sanitari.
Questi dati hanno costretto
la Regione Lazio e la Asl Roma 6 ad istituire attorno alla
clinica una “zona rossa” controllata da esercito e Nas fino
al 28 aprile. Ma la vicenda si complica anche sul lato giudiziario: le
misure di prevenzione adottate “non risultano efficaci” e la Regione Lazio
sostiene che il direttore sanitario, Gianni Rocchi, “risulta sprovvisto di
specializzazione”.
Da bomba contagi a caso giudiziario
Il primo paziente positivo è
stato diagnosticato il 5 aprile, poi la situazione ha iniziato a
peggiorare rapidamente. I casi sono aumentati giorno dopo giorno. Tra loro ci
sono operatori sanitari, degenti e persone ricoverate nella clinica.
Dalla ricostruzione cronologica fornita a TPI dalla Rsa emerge
che i primi sintomi sono comparsi in un paziente del reparto di
lungodegenza venerdì 3 aprile. Il giorno successivo, il 4 aprile,
su indicazione della Asl, la direzione ha inviato il tampone al
laboratorio analisi del Campus Biomedico e il 5 aprile è stato trasmesso alla
casa di cura l’esito positivo del tampone. Ma a quel punto, sostiene la Rsa,
“solo dopo tre giorni sono stati comunicati dalla Asl Roma 6 gli esiti,
anch’essi positivi”. I controlli a tappeto che ne sono seguiti, all’interno
dell’indagine epidemiologica avviata dalla Regione Lazio, hanno portato allo
scenario attuale.
Il primo problema sono le
misure di prevenzione che, secondo la Asl Roma 6, “non risultano efficaci non
essendo state rispettate le disposizioni impartite sin dal febbraio scorso”. Ma
non finisce qui. Come se non bastasse il disastro sanitario in cui è finita
l’RSA, spunta anche la vicenda che riguarda il direttore del San
Raffaele di Rocca di Papa, Gianni Rocchi. Secondo la Regione
Lazio, non avrebbe avuto i titoli per ricoprire quel ruolo, per questo è stato
sostituito, il 16 aprile, da Domenico Damiano Tassone.
Direttore sanitario senza
titoli
A dare l’ufficialità della
notizia è la stessa Regione che, sui propri canali social, spiega come nella
struttura le misure di prevenzione adottate dalla casa di cura siano state
inefficienti e non in linea con le direttive regionali. “È stato diffidato
mercoledì il legale rappresentante della casa di cura San Raffaele di Rocca di
Papa perché il direttore sanitario che sta gestendo dal 1° marzo tutta questa
fase risulta sprovvisto di titolo di specializzazione. Sono state pertanto
avviate le procedure previste dalla norma che prevedono in caso di inadempienza
la sospensione dell’autorizzazione”, si legge nel post pubblicato
sulla pagina Facebook e Twitter di Salute Lazio. “E’ un fatto grave – continua
la Regione – che la gestione sanitaria di un presidio così importante
sia stata affidata ad un medico sprovvisto del titolo di specializzazione la
diffida è stata anche notificata all’Ordine dei Medici di Roma e inviata ai
Carabinieri dei NAS”.
Secondo i
documenti
in possesso di TPI, nel 2015 Rocchi era stato validato dalla Asl
Roma 5 come direttore sanitario della clinica
Villa Luana di Tivoli.
Il provvedimento era stato firmato dal governatore della Regione Lazio Nicola
Zingaretti. Successivamente, aveva ricoperto lo stesso incarico presso la casa
di cura
Villa Fulvia di Roma. Noi di
TPI abbiamo
provato a contattare il dottor Gianni Rocchi, senza ricevere però risposta.
La RSA San Raffaele è di
proprietà di Tosinvest Spa che fa capo al deputato di Forza
Italia, Antonio Angelucci, editore anche dei quotidiani Libero e Il
Tempo. Del gruppo San Raffaele fanno parte diverse strutture per anziani
del centro sud e il caos Coronavirus non travolge solo Rocca di Papa: nei siti
di Cassino, Sulmona e Troia dall’inizio
dell’emergenza si sarebbero registrati in totale altri 80 casi.
La replica del San
Raffaele alle accuse della Regione
Il presidente del Gruppo
San Raffaele, Carlo Trivelli, risponde con una nota: “In
merito alle accuse riportate nel comunicato stampa della Regione Lazio ‘Unità
di Crisi Covid 19’ del 16 aprile 2020 ore 14. Si legge nella nota fatta
diffondere dall’assessore D’Amato, responsabile dell’Unità di crisi, che il
direttore sanitario della clinica Rocca di Papa non avrebbe i requisiti, cosa
della quale la Regione si sarebbe oggi avveduta dopo oltre 45 giorni dalla
nostra comunicazione. Rispetto a questo aspetto, si comunica di avere
tempestivamente già provveduto alla sua sostituzione, come da Pec allegata”,
si precisa.
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